giovedì 15 novembre 2012

Riflessioni

Penso che un punto fermo delle nostre analisi e interpretazioni sul caso della strage di via Caravaggio è il seguente:

-la sera del 30 ottobre 1975 la famiglia Santangelo non aveva concordato un appuntamento in casa propria con l'assassino. La visita dell'ospite/omicida era insomma del tutto inaspettata per le vittime.

Perchè quando l'assassino si presenta al numero 78 di via Caravaggio, alle 23:30 circa, Domenico Santangelo e Gemma Cenname stanno cenando e Angela Santangelo è a letto, influenzata. Le vittime non si trovano assolutamente nelle condizioni per poter ricevere un ospite atteso. Considerando anche l'ora tarda. In un certo senso, a sostegno di ciò abbiamo anche il contenuto della lettera che Angela scrive al suo fidanzato Nicola Sceral tra le 22.00 e le 22:30 di quella tragica sera. La lettera, infatti, si conclude con la frase di Angela "Sono le 22:30. Chiudo perchè si è fatto tardi e mi auguro di dormire. Riprenderò domani mattina". Questa frase denota l'assenza di un clima di tensione e di preoccupazione in casa Santangelo durante quelle ultime ore: quasi certamente nessuna delle vittime (tanto più Angela) immagina che potrebbe accadere qualcosa di grave di lì a poco dopo. Tanto che la stessa Angela sta per andarsene a letto e sa che l'indomani potrà tornare a scrivere a Nicola.

A meno di non voler considerare questa vaga ipotesi: la visita dell'assassino era stata concordata con i Santangelo ma ad un orario diverso. I Santangelo, dunque, sospendono la cena in attesa dell'arrivo del loro ospite: questi, però, non si presenta più e allora le vittime iniziano a cenare sul tardi, dopo le ore 23:00. Sarà solo intorno alle 23:30, con notevole ritardo, che le vittime riceveranno la sua visita. Domenico Santangelo si alza da tavola e gli apre la porta di casa.

Questo punto si sarebbe potuto chiarire meglio se gli inquirenti avessero ricostruito (se possibile) le abitudini in casa delle vittime per quel che riguardava l'orario solito di cena che loro seguivano. O si sarebbe potuto risolvere se avessero ricostruito più dettagliatamente i loro movimenti per il pomeriggio-sera del 30 ottobre.

-Altre riflessioni che dobbiamo porci sono le seguenti: Domenico Santangelo riceve l'assassino (se questi è effettivamente inatteso) per cortese ospitalità o perchè ritiene che sia l'occasione (a quel punto) di discutere con lui di qualcosa di importante? Di necessario?

Per adesso ancora non lo sappiamo, purtroppo. E' valida, al momento, sia la prima che la seconda ipotesi. Può anche darsi che Domenico Santangelo (in questo caso) non rimanda indietro l'ospite inatteso perchè nei confronti di questi vi è una certa considerazione particolare: entra in casa una persona importante, stimata, benvoluta.

Di certo era qualcuno che i Santangelo conoscevano. E l'ospite conosceva bene loro. Se non era un amico di famiglia, si trattava ugualmente di una persona che sapeva con precisione dove le vittime abitavano e aveva avuto rapporti con loro.

-La strage non è premeditata, quindi neanche l'assassino immagina di doversi trasformare in un Mostro, quella sera. Se fosse premeditata la strage, l'assassino avrebbe portato con se armi proprie o improprie. Non lo fa invece. Adopera un corpo contundente da salotto o da camera da letto (un sopramobile) e un coltello da cucina, presi sul posto. In quella abitazione.

-L'omicida si reca in casa Santangelo alle ore 23:30 perchè solo in quel momento si è liberato da impegni precedenti, per abitudini sue quando deve far visita a qualcuno che conosce o perchè vuole farsi poco notare, attraversando strade poco affollate? E' un quesito che merita qualche considerazione a mio avviso.

-Domenico Santangelo è colui che riceve l'ospite e che lo fa accomodare nello studio, dove discuteranno? Molto probabilmente è lui a riceverlo ma non possiamo essere altrettanto sicuri del fatto che la discussione destinata a sfociare e a degenerare in una spaventosa aggressione (che segnerà l'inizio del massacro) ha avuto luogo tra loro due.

Gli elementi oggettivi raccolti nello studio di Domenico Santangelo depongono a sfavore dell'ipotesi, infatti: davanti alla scrivania non vi erano sedie o poltrone, tranne la poltroncina sulla quale era adagiato il cagnolino Dick (lo si deduce dalla presenza di una coperta semidistesa e da quella di un ossicino di gomma per cani) e che si trovava in posizione laterale rispetto alla scrivania. Su quest'ultima, poi, vi era un solo bicchiere con residui di liquore (generalmente, si tiene compagnìa ad un ospite quando gli si offre da bere). Dietro la scrivania, ancora, viene trovata sul pavimento una macchina da scrivere lontana dalla sua abituale postazione. Questo farebbe pensare che Domenico Santangelo si apprestava ad impiegarla o a riporla.

Queste considerazioni, naturalmente, non devono però neanche far escludere a tutti i costi una discussione tra Domenico Santangelo e l'assassino: l'utilizzo di un sopramobile come arma impropria impiegata all'inizio del massacro, restringe il campo delle possibilità a Domenico e ad Angela. Se l'assassino avesse iniziato la strage da Gemma Cenname (la seconda moglie di Domenico) molto probabilmente avrebbe fatto ricorso ad un coltello da cucina (la Cenname si trovava in cucina al momento della strage), da subito (e non in una seconda fase).

Quindi o il sopramobile proveniva dallo studio (in tal caso: l'assassino discuteva con Domenico Santangelo, dato che il Santangelo era nello studio al momento della strage) o proveniva dalla camera da letto matrimoniale (in tal caso: l'assassino discuteva con Angela Santangelo, dato che Angela era nella camera da letto matrimoniale al momento della strage).

Inoltre, Domenico e Angela vengono colpiti frontalmente. Gemma Cenname, invece, di spalle o quasi.

Secondo l'indagine del '75-'76 è dalla scrivania di Domenico Santangelo, nello studio, che risulterebbe esserci stato qualcosa "fuori posto": un sopramobile che a quanto pare mancava all'appello. Sugli oggetti poggiati sugli altri mobili dell'appartamento (inclusa la camera da letto matrimoniale), invece, mancano dati investigativi di riferimento.

-Perchè l'assassino vuole impedire che la strage sia scoperta quanto prima possibile, compiendo spaventose operazioni per far rallentare la putrefazione dei cadaveri e, prima ancora, sopprimendo anche il cagnolino Dick? L'unica ragione può stare nel fatto che il colpevole aveva bisogno di guadagnare tempo, per qualche motivo preciso. Aveva bisogno di "riprendere fiato" perchè temeva, evidentemente, che sarebbe stato più facile smascherarlo se la strage fosse stata scoperta quanto prima possibile o subito.

Probabilmente era sua intenzione far credere che i Santangelo si fossero allontanati fuori città per un certo numero di giorni. Perciò stacca l'interruttore della corrente elettrica. Questo potrebbe significare che lui conosceva le loro abitudini e che sapeva del fatto che i Santangelo disponevano di contatti fuori sede. Presso i quali fare riferimento quando sollevati da impegni personali o di lavoro.

-Il fatto che l'assassino frughi nella camera da letto personale di Angela Santangelo significa una cosa ben precisa: sapeva che la ragazza poteva nascondere, anche inconsapevolmente, tra gli oggetti che la riguardavano, un qualcosa che avrebbe potuto fungere da elemento di prova a suo carico.

Daniele Spisso




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