"I misteri di via Caravaggio - Avvocato Mario Zarrelli
- Napoli":
In relazione all'articolo "Strage di via Caravaggio, è
svolta: in un telo il DNA dell'assassino" pubblicato su Il Mattino in data
10/04/2014, intendo precisare che per "le indagini coordinate dal Pm Italo
Ormanni", che portarono all'arresto di un innocente, Domenico Zarrelli, lo
Stato italiano è stato condannato, con sentenza della I Sezione Civile del
Tribunale di Napoli n. 10352/04 confermata in Appello ed in Corte Suprema di
Cassazione, al risarcimento dei danni (che è cosa diversa dall'indennizzo per
errore giudiziario) per una serie di condotte di frode e di dolo poste in
essere dal Pm, sentenza che le invio in allegato. Inoltre,
1) "L'assassino prima stordisce le vittime con un corpo
contundente mai ritrovato (vedremo il perchè n.d.r.) e poi le massacra
sgozzandole con un coltellaccio da cucina". La difesa, in proposito, ebbe
a dimostrare che, per lo sgozzamento, fu adoperato non un "coltello da
cucina", ma un coltello a serramanico (cd molletta), come risultava dalla comparazione
di tale arma bianca con un'impronta sul tavolo della cucina.
2) Si assume chi può essere arrivato a tanto? "Un
parente". Così insinuando che fondatamente venne ritenuto responsabile del
delitto Domenico Zarrelli, il che è deplorevole.
3) Si assume altresì che "le indagini coordinate dal pm
Italo Ormanni arrivano ad una svolta 4 mesi dopo e culminano nell'arresto di
Domenico Zarrelli, 33 anni, nipote della Cenname. Su di lui convergono alcuni
indizi": -"frequentava casa Santangelo".
Ciò è assolutamente falso in quanto risultò dall'istruttoria
formale che Domenico Zarrelli era stato perfino assente ai festeggiamenti delle
nozze della zia con il Santangelo, nonostante gli stessi fossero avvenuti
nell'abitazione del fratello, avv. Mario.
-"presentava degli strani segni puntiformi alle
mani". La difesa, nella primissima fase delle sommarie indagini, chiese e
ottenne dal pm una perizia eseguita sulle mani del sospettato. Il responso fu,
ad usare un'espressione eufemistica, "farisaico", come peraltro
ritenuto nella sentenza di assoluzione. I periti dissero infatti che i
"segni puntiformi" erano compatibili, sia con la caduta di Domenico
Zarrelli mentre spingeva dal retro la sua pesante Lancia Flaminia Touring,
carrozzata Farina, sia con l'uso di un corpo contundente che avesse delle asperità.
Fu così che, dopo che il giudice istruttore, dr. Felice Di Persia, ebbe ad
eseguire "clandestinamente" un sopralluogo nella casa della strage,
sparì una Fortuna Bendata, statuina che non aveva alcuna asperità e che, in
occasione della scoperta del delitto, risultò fotrografata dalla Polizia
Scientifica. Il Di Persia trattenne per sè le chiavi per circa 15 giorni. Se le
era fatte consegnare dal notaio, dr. Luciano Di Transo, nominato per
l'inventario dei beni, professionista che confermò nel dibattimento sia tale
circostanza che la sparizione (misteriosa) del corpo contundente.
-"Mimmo era alla continua ricerca di soldi che gli
servivano a fare la bella vita". Ciò è falso. Era ormai figlio unico: i
suoi due fratelli, professionisti, uno avvocato e l'altro medico chirurgo, non
gravavano più sul bilancio familiare del padre, alto Magistrato la cui pensione
era più che sufficiente alla "bella vita" di Domenico Zarrelli.
4) Devo infine precisare che in danno di Domenico Zarrelli,
oltre alle condotte di dolo e di frode ascritte al pm e riconosciute in sede
civile, va aggiunto il grave reato di "frode processuale" consumato
da due marescialli dei carabinieri, tali Iannotti e tale Razzano, al servizio
del Di Persia: il tutto accertato nella richiamata sentenza civile di condanna
dello Stato al risarcimento dei danni in favore di Domenico Zarrelli, ed alla
quale faccio espresso riferimento, sentenza a suo tempo non pubblicizzata per
il rispetto che è dovuto a magistrati sereni, non deviati e non assetati di
carriera.
5) Per concludere si fa notare che la Corte di Appello di
Potenza, che assolse Domenico Zarrelli con formula piena, nella motivazione
della sentenza ritenne che in danno dell'imputato vi era stata una "una
oscura regia" e, per rendere giustizia ad un innocente e alla sua nobile
famiglia, scrisse che, accanto alle tre vittime della strage, Domenico Zarrelli
ed il fratello, avv. Mario, dovevano essere considerati rispettivamente la
quarta e la quinta vittima di quel grave delitto.
*La risposta del dott. Giuseppe Crimaldi all'avv. Mario Zarrelli:
Che nella vicenda della strage di via Caravaggio vi sia
stata un'occulta regia è fin troppo evidente. Lo è talmente da averci indotto a
raccontare gli sviluppi della riapertura di un caso rimasto irrisolto, alla
luce della decisione della Procura di Napoli che ha disposto nuove indagini.
Prendiamo atto delle "precisazioni" dell'avvocato Mario Zarrelli, che
tuttavia nulla smentiscono rispetto a quanto pubblicato. E restiamo convinti
che l'accertamento della verità sul mistero di una strage rimasta senza
colpevoli rientri nel dovere di informare i lettori senza per ciò stesso ledere
il diritto di chi sia definitivamente e irreversibilmente stato dichiarato
innocente con una sentenza passata in giudicato.
L'avvocato al punto 2 afferma che nell'articolo si parli di un "parente" come possibilità, ma nell'articolo del 10 aprile non c'è tale parola. Forse l'articolo cartaceo era più lungo di quello linkato on line..
RispondiEliminaL'articolo on line era una sintesi di quello cartaceo.
EliminaChe strano... non esprime alcuna parola di contentezza, eppure l'assassino che ha troncato la vita dei suoi famigliari e rovinato quella del fratello ha finalmente un nome ed un cognome. Il Dottor Mario Zarrelli coglie solamente l'occasione per ripercorrere nuovamente i punti cardine che hanno portato all'assoluzione con formula piena del fratello. Li ripercorre come una cantilena esorcizante immutata da anni, ma nel contesto in cui ci troviamo oggi, oltre a risultare fuori luogo, evocano un uomo aggrappato ad uno scoglio durante una tempesta.
RispondiEliminaEsatto .... E poi in stretto linguaggio "avvocatese".... Passatemi il termine....
RispondiEliminaDaniele, posso farti una domanda? Tu sei sicuramente più preparato di me perche' hai anche letto le carte processuali.... Mi potresti spiegare per favore il punto 4 della lettera dell'avv. Zarrelli quando egli puntualizza che a danno di Domenico Zarrelli, oltre alle condotte ecc.. Ecc.. "Va aggiunto il grave reato di frode processuale consumato da due marescialli dei carabinieri"...
RispondiEliminaMi puoi spiegare a cosa si riferisce? Potrei chiederlo a mio cognato che è avvocato penalista, ma tu conosci anche il contesto, avendo seguito tutta la vicenda...
Grazie Daniele.... Scusa il disturbo.
Il Maresciallo dei Carabinieri Razzano è stato chiamato in causa due volte dall'avv. Mario Zarrelli nel procedimento dinanzi il Tribunale civile di Napoli, in favore di Domenico Zarrelli. E' stato chiamato in causa, singolarmente, in merito alla pista-De Laurentiis e poi è stato chiamato in causa, in coppia con il Maresciallo Iannotti, in merito all'episodio della querela del 1967 che Gemma Cenname fece stendere nei confronti del nipote (Domenico Zarrelli) e che poi non presentò più. Primo episodio: nell'ottobre del 1976 il Maresciallo Razzano riferì al Giudice Istruttore Felice Di Persia (facendogli ufficialmente rapporto) che, nel corso di interrogatori da lui condotti, alcune persone avevano escluso di aver notato segni indosso al dott. Giuseppe De Laurentiis nei giorni della strage di via Caravaggio. Ma l'avv. Mario Zarrelli fece notare, durante la causa civile, che da verbali d'interrogatorio del dicembre 1975 non risultava invece che il Maresciallo Razzano avesse chiesto ai testi "Avete notato o meno segni indosso al dott. De Laurentiis?". Di conseguenza, erano assenti, in quei verbali d'interrogatorio, risposte negative o positive da parte dei testi ascoltati. Ma probabilmente non è questo il fatto al quale alludeva l'avv. Mario Zarrelli nella lettera indirizzata al dott. Giuseppe Crimaldi. Evidentemente alludeva a quest'altro episodio: nel corso della causa civile, l'avv. Mario Zarrelli (questo c'è scritto nelle motivazioni della sentenza che ho) ritenne che il Maresciallo Razzano e il Maresciallo Iannotti avevano fatto falsamente risultare la presenza della querela del 1967 (fatta preparare da Gemma Cenname nei confronti di Domenico Zarrelli) assieme a dei rifiuti, all'interno di un sacco (per i rifiuti) presente giù al palazzo di via Mario Fiore 49 in Napoli. La cosa non sarebbe mai avvenuta in questo modo, a giudizio dell'avvocato. Secondo l'avv. Mario Zarrelli la busta che conteneva la querela del 1967 sarebbe stata approntata dai Carabinieri e, con una data falsa, sarebbe stata predisposta la perizia tecnica (la perizia fatta sulla busta che conteneva la vecchia querela) del Maresciallo Iannotti. Scopo di tutto ciò, ad avviso dell'avvocato Mario Zarrelli: annullare definitivamente ogni ipotesi alternativa sulla strage di via Caravaggio e far convergere definitivamente gli indizi a carico di Domenico Zarrelli. Tutti questi fatti dolosi furono ascritti (dall'avv. Zarrelli) non solo ai Marescialli Razzano e Iannotti ma anche al Giudice Istruttore Di Persia.
EliminaNessuno commenta più? Tecnicamente il nome dovrebbero farlo dopodomani... Tecnicamente
RispondiEliminaMax, come dici tu... Al momento nulla da commentare.... Per la cronaca ho scritto alla trasmissione tv "Chi l"'ha Visto?", ma mercoledi scorso non ne hanno parlato, domani gli riscrivo, li martello.....
EliminaComunque al momento attendiamo le novità della Procura, se in settimana tacciono vi giuro mi presento davanti alla Procura con lo striscione.
La verità non può e non deve essere taciuta, non è un privilegio di pochi, è un bene di tutto, nonchè l'ultimo ormai dono che possiamo regalare ai poveri Domenico, Gemma, Angela e Dick
Se qualcuno vuole commentare può farlo. Quando ho scritto questo nuovo paragrafo non ho impedito i commenti. Ho detto soltanto "Niente commenti sopra le righe". Io non sono intervenuto nel merito perchè, per me, parlano già tutti i contenuti di questo ampio Blog. Inclusa la questione-Molletta: a me non risulta. Nel senso: so che il consulente della difesa dell'avv. Mario Zarrelli parlò, nei processi, di un coltello a serramanico, di una "molletta". Ma so anche che c'è un'ampia parte delle motivazioni della sentenza d'Appello (Tribunale di Napoli) del 6 marzo 1981 dalla quale si evince che la Scientifica misurò l'impronta insanguinata (trovata sulla tovaglia del tavolo della cucina) di un oggetto da punta e taglio. Le misure dimostrarono che le dimensioni erano troppo grandi per far pensare all'impiego di una "Molletta". L'orientamento quindi pendeva tecnicamente a favore dell'utilizzo di un coltello da cucina. Non solo: nelle motivazioni suddette c'è scritto anche che quella impronta faceva pensare ad un coltello simile ad un suo "doppio", cioè ad un altro coltello che fu trovato in cucina e che aveva il manico bianco. E ancora: un funzionario di Polizia (un Ispettore di Pubblica sicurezza - del quale lascio solo le iniziali di nome e cognome, N. A.) mi ha detto, quando l'ho interpellato su questo punto, "L'impronta faceva pensare ad un oggetto da punta e taglio con la lama seghettata e la punta bifida. Assolutamente escludo una Molletta". Quindi, per i dati che io ho potuto conoscere, devo concludere che le cose non stanno esattamente come ricordate al punto 1) della lettera dell'avv. Mario Zarrelli. Martedì 29 aprile sono 14 giorni dall'uscita dell'articolo del Mattino di Napoli che titolava "Tra due settimane i risultati sul DNA". Vediamo cosa succede martedì.
EliminaMa infatti Daniele credo che finchè non saranno trascorse le due settimane i commenti da fare sono ben pochi.
RispondiEliminaCredo che a tutti risulti alquanto anomala la motivazione che ha spinto l'avv. Mario Zarrelli a scrivere questa lettera che, come già detto, sembra più un'arringa in Tribunale che una lettera ad un quotidiano.
Certo, se trascorse le due settimane (passi pure il Ponte del Primo Maggio, così l'uomo a cui le tracce del DNA trascorre un fine settimana sereno - scherzo!!) non accade nulla, mi auguro che tutti noi ci si adoperi affinchè la questione non passi in cavalleria e non vegna dimenticata....
Io scrivo a tutti i giornali e a tutti i programmi..
Ora o mai più.....
Aspettiamo fiduciosi martedì...
Ho un'ultima cosa da chiedere che non mi è chiara : Il presunto fidanzato di Angela, tale Nicola Sceral, non è mai stato preso in considerazione nelle interviste; inoltre, Mary l'amica di Angela ha più volte ripetuto di non essere al corrente che la ragazza avesse un compagno, tanto è vero che alle feste in casa a via Caravaggio c'erano solo Angela, Mary e il fidanzato di quest'ultima con un amico.
RispondiEliminaUna festa. Almeno presente Mary, fu possibile organizzare una sola festa in casa Santangelo. Ed erano presenti pochissimi intimi. Ma questo è successo mesi prima della strage. Mary e Angela hanno mantenuto frequenti contatti fino alla primavera del 1975. Dopo i loro contatti sono diventati meno frequenti, pur essendo rimaste buone amiche. E' per questo che a Mary quasi non risultava la presenza di Nicola Sceral nella vita privata di Angela. Nicola Sceral, infatti, fa il suo "ingresso" nella vita privata di Angela proprio nella primavera del 1975 (più o meno: maggio di quell'anno). Quindi non lo definirei neanche presunto fidanzato ma fidanzato vero e proprio. Anzi: stando alle lettere che Angela scrisse a Nicola Sceral proprio il 30 ottobre '75 si direbbe che la loro storia procedeva bene, che Angela teneva a lui, che lui teneva a lei.
EliminaPerché Mary e Nicola non si sono mai confrontati tra di loro? E perché Angela avrebbe dovuto nascondere una cosa importante e bella della sua vita ad un amica vicina???
RispondiEliminaDa quello che so io Angela Santangelo aveva un po' rallentato le frequentazioni con l'amica Mary quando iniziò a vedersi con Nicola Sceral.
EliminaNicola Sceral ha contribuito alle indagini, per quello che ha potuto. E credo che la storia di Via Caraggio abbia davvero lasciato in lui un segno indelebile.
In ogni caso, non so se hai letto questo blog in tutta la sua interezza, ma nei paragrafi dedicati al De Laurentiis ed alla ricostruzione dell'ultimo giorno di vita della fam. Santangelo, c'è scritto chiaramente che Nicola Sceral prova a telefonate e a recarsi in via Caravaggio addirittura il giorno successivo alla strage. Notando le tapparelle delle finestre abbassate ed il campanello muto, il ragazzo ha pensato in un primo momento che la famiglia fosse fuori città. Successivamente, dato il prolungato silenzio, il ragazzo provò a parlare col Dott. De Laurentiis manifestando la sua intenzione di rivolgersi alla polizia per denunciarne la scomparsa, ma il medico gli rispose che lui non aveva il titolo per farlo, essendo soltanto il ragazzo.
Per quanto riguarda l'amica Mary, nella sua intervista lei ci racconta che scoprì della morte dell'amica proprio quell'8 novembre, quando i vigili del fuoco fecero irruzione in casa. Se non ricordo male, Angela non fu "invitata" a quella uscita al pub proprio perchè, risultando muto il telefono, l'amica la credeva fuori città (spero di ricordare esattamente questo dettaglio, altrimenti Daniele mi correggerà).
Non vedo sinceramente il motivo di un confronto tra Angela e Nicola, perdonami poichè nessuno dei due è legato all'altro in modo da poter fornire alle indagini elementi utili da giungere al colpevole, secondo me.
Non so se Angela doveva vedersi con i suoi amici quella sera dell'8 novembre. In ogni caso, lei e la sua amica Mary si erano sentite l'ultima volta intorno al 20 ottobre. Quando Angela disse a Mary che probabilmente, per fine mese, sarebbe andata per un po' fuori Napoli.
EliminaGrazie siete stati chiarissimi.
RispondiEliminaGrazie a te.
EliminaMa lo faranno questo nome? Ormai la notizia è uscita, quello che mi sembra strano è che trasmissioni come 'Chi l'ha visto' o 'Quarto grado', che seguono spasmodicamente tutti i casi di questo tipo, non abbiano neppure accennato alle ultime novità su questo, vabbè che risale a più di 38 anni fa, ma in fondo si occupano anche di casi ben più indietro nel tempo. Mah........
RispondiEliminaAspettiamo domani. Come sapete, "sul tavolo" ci sono i nomi di tre sospettati; la prova scientifica ne ha scartati due di questi. Ho preso una decisione: se la Procura deciderà di non fare niente per domani, vi farò il nome di uno dei tre sospettati scartato dalla prova scientifica. Non posso farvi, su tre persone, il nome anche del secondo sospettato scagionato altrimenti capireste chi è il detentore del DNA contenuto nel sangue. Questo compito (ma soprattutto: questo Dovere) spetta alla Procura, prima. Però vi farò almeno il nome di uno, tra questi 3, che ormai non c'entra più niente.
EliminaScusa daniele, ma tu allora sai quel nome? Se si come fai ad esserne sicuro????
RispondiEliminaL'ho saputo e quello che mi è stato detto non è una notizia incerta ma certa. Di più non posso dirti.
EliminaAnche il movente e cosa è successo realmente quella sera?
RispondiEliminaUna volta che ho saputo chi è stato, ho capito allora quale fu il movente e come, grosso modo, andarono le cose quella tragica sera.
EliminaSe è vero quello che dici il cerchio si è stretto tantissimo; perché ci stai dicendo che l'assassino è ZARRELLI, De laurentiis, o Turro.
RispondiEliminaIl cerchio non è stato mai ampio. Le indagini di Polizia giudiziaria del '75-'76 accertarono che i Santangelo frequentavano poche persone all'esterno del palazzo, e nessuna all'interno del palazzo.
EliminaDaniele ho bisogno di parlarti in privato.
RispondiEliminas.spisso@libero.it - Ma il nome dell'assassino non posso dartelo neanche in privato. E' giusto che tu lo sappia altrimenti rischio di farti scrivere inutilmente una e-mail. Se invece devi chiedermi altre cose, fa' pure.
Elimina(1) Che cosa deciderà di fare, domani, la Procura della Repubblica di Napoli? Dal momento che martedì 15 aprile Il Mattino di Napoli dette la notizia "Tra due settimane i risultati sul DNA". Non lo sappiamo. Nessuno di noi può saperlo. Non ci rimane che aspettare il trascorrere di queste ore. Spero in qualcosa di positivo. Questa sera mi sono assunto un impegno: nel caso, domani, la Procura di Napoli non comunicherà ancora nulla, farò il nome di una persona che è stata scartata 1 anno fa alle analisi di laboratorio di Genetica forense. Altri nomi di persone scagionate non posso farli. Altrimenti si potrebbe capire chi è la persona alla quale appartiene il DNA venuto fuori da tracce di sangue presenti su un reperto della scena del triplice delitto, ovvero un asciugamano. A qualcuno questa mia iniziativa non è piaciuta e nel forum intitolato al caso del Mostro di Firenze (forum - a quanto pare- piuttosto "ostile" nei confronti delle novità emerse su questo caso) ha adoperato il termine "Farsa". A chi ha adoperato questo termine rispondo: questa non è una "Farsa". Perchè ci sono di mezzo 4 morti, tra i quali anche un cagnolino, e perchè è già nauseante sentirsi sulle spalle 40 anni trascorsi senza verità e senza giustizia. Quindi è una storia fin troppo tragica, inquietante e drammatica. E da parte mia l'ho affrontata e raccontata sempre con il massimo dell'impegno e con il massimo della serietà. Scopo: far sì che la Procura doveva rimettersi in movimento per trovare, per identificare, per scoprire l'assassino dei Santangelo. Io su questa storia, in altri termini, non ho cercato e non ho neanche voluto un "Successo personale". E non lo voglio neanche. Io sono un comune cittadino. Voglio soltanto che stavolta si sappia la verità. E la verità, la Procura, la conosce da 365 giorni. Deve solo comunicarla a tutti.
RispondiElimina(2) Quindi invito a pesare le parole e a trattare con rispetto questo lavoro. Soprattutto per l'impegno che è costato ma ancor di più per la nobile causa che lo ha sostenuto e motivato. Io sono un comune cittadino: non ero istituzionalmente preposto a fare qualcosa per dare giustizia, o verità quanto meno, alla famiglia Santangelo massacrata. Ma l'ho fatto lo stesso e ho voluto farlo lo stesso, muovendomi per come potevo farlo nel mio piccolo, perchè sono convinto che certe vicende riguardano alla fine tutti noi. Anche i cittadini comuni. Sono crimini che arrecano una grave offesa alla società, e quindi allo Stato. E chi è la società, e chi è lo Stato? Siamo noi. Io, voi e tanti altri cittadini (quelli famosi ma anche quelli come noi - non famosi. Comuni). E nessuno deve sentirsi estraneo a quello che tocca la società anche se non lo tocca personalmente. Ognuno deve fare, per quel che può e nel suo piccolo, la sua parte se vogliamo migliorare lo Stato e il Paese. Se vogliamo veramente che un assassino sia preso. Altrimenti è inutile anche solo discuterne nel web. Ognuno deve dare un suo contributo. Questo è il dovere civico. Mi auguro quindi che il termine "Farsa" sia ritirato da chi lo ha scritto. Altrimenti devo pensare che forse c'è dell'invidia nei miei confronti da parte di qualche ostile, da parte di qualche oppositore. E quindi si recita il ruolo dell'ostile per, simbolicamente, mostrare ostilità contro di me. Essendo io, nel mio piccolo, un pò il simbolo di una certa svolta su questo caso. Questo mio Blog ne è testimonianza, ampia. La Procura deve fare il nome del possessore di questo DNA contenuto nel sangue. Se non lo fa, ed è in dubbio da 1 anno, è perchè è bloccata da qualche motivo. Il voler fare il nome di uno scagionato (di uno degli scartati dal DNA) muove da un motivo molto semplice: far crollare certe brutte dicerie, totalmente false, montate dalla stampa 40 anni fa. Perchè è giusto tutelare anche quella che era la rispettabilità delle persone rimaste vittime di un fatto di sangue così orribile.
EliminaDaniele ti vorrei chiedere: il DNA e' stato repertato sull'asciugamano? Gli altri reperti quali sono? sono state trovate tracce su di essi?
RispondiEliminaciao
Gli altri reperti sono anch'essi noti da 6 mesi, ne parlò il giornalista Fabio Sanvitale in un suo articolo apparso su Cronaca-Nera.it: un bicchiere (usato la sera della strage) da salotto e delle sigarette fumate poco e poi spente. Da quello che ho capito (sulla base delle notizie giunte alle mie orecchie) non solo sull'asciugamano macchiato di sangue c'era questa traccia biologica ma, è ovvio, quella trovata sull'asciugamano, per di più nel sangue, è prova schiacciante.
EliminaCiao Daniele,
RispondiEliminauna domanda: secondo te l'assassino ha agito con qualcuno ( confermando la testimonianza della vicina di casa, dalle 03 alle 05 ) oppure ha fatto tutto da solo ?
Grazie e complimenti per lo sforzo che hai fatto per mettere la parola fine a questa strage
Grazie anche a te che segui questo Blog. Nel compiere il triplice delitto ha agito da solo. Dopodiché o è rimasto ad aspettare qualcuno al quale ha chiesto aiuto, e che è diventato così il suo complice, oppure è andato via, ha contattato una persona di sua fiducia e con questa (che è diventata suo complice) è tornato lì dopo due ore. Trafficando nell'appartamento. La testimonianza di Tino Simonetti è importante perché se verbalizzata ufficialmente in Procura potrebbe far avviare un nuovo filone d'indagine sul caso: l'individuazione del complice dell'assassino. Cosa, tra l'altro, non difficile per la Procura competente, dal momento che conosce da un anno DNA e identità dell'assassino. Una volta scoperto l'assassino non è difficile arrivare al suo complice. Ma si tratta di una testimonianza indiretta (Simonetti ha riferito cose confidate in famiglia da sua madre) e purtroppo, 40 anni fa, la madre del Simonetti non ritenne di dover far verbalizzare quell'impressione che ebbe quella notte. E' stato spiegato qui che una testimonianza indiretta non può avere valore per una Procura.
EliminaGentili lettori, ogni promessa è debito per me: su tre sospettati del caso della strage di via Caravaggio vi faccio il nome di uno dei tre che è stato escluso dalla prova scientifica. Si tratta del pregiudicato calabrese Annunziato Palmiro Turro. Turro non fu, dunque, l'assassino di via Caravaggio. Rimangono altri due sospettati ma non posso andare oltre. Perchè se vi dicessi qual'è l'altro sospettato anch'egli scagionato dalla prova scientifica, capireste chi è l'assassino. Deve prima parlare la Procura su questo punto, poi io. Ci tenevo però a rivelarvi ufficialmente l'estraneità di Turro in questo caso perchè l'ex pista-Turro ha fatto immaginare, per anni, degli oscuri scenari che invece assolutamente non appartenevano alla famiglia Santangelo. Una famiglia di persone perbene e rispettabili. In aggiunta: voglio sottolineare che i mezzi d'informazione (e non solo loro) hanno sempre, ingiustamente, trattato un pò male la figura del sign. Domenico Santangelo. Dando a credere all'opinione pubblica "Chissà che" sul suo conto: passato misterioso, vita recente opaca, frequentazioni ambigue e via dicendo. Niente di tutto questo è vero: il sign. Domenico Santangelo era una brava persona che viveva solo per la sua famiglia e in maniera onesta. Riusciva a farsi bastare quel che aveva per vivere e assolutamente non frequentava persone ambigue. Nè era invischiato in chissà quali "impicci" di soldi. Questo ci tenevo assolutamente a dirlo e a sottolinearlo. Grazie per la vostra attenzione.
RispondiEliminaDunque i santangelo non avranno mai giustizia, poiché l assassino o è morto o giudicato innocente con formula piena.
RispondiEliminaDi sicuro questo triplice delitto non avrà mai più un nuovo processo.
EliminaQui tra noi comuni mortali...ma forse nell'aldila' prima o poi qualcuno aprira' di nuovo la porta all'assassino...
EliminaE io che su Turro mi sarei giocato il braccio...
RispondiEliminaNon per entrare in polemica con l'utente (del forum intitolato al caso del Mostro di Firenze) Valmont ma vorrei precisare quanto segue: Valmont (che è un lettore del mio Blog) scrive con frequenza (in quel forum) che a suo parere è scorretto dare pubblica comunicazione degli esiti delle indagini scientifiche sui reperti della scena del triplice delitto perchè il soggetto identificato (vivo o morto che sia per intanto) non è in grado di difendersi. Allora: io penso che c'è un diritto alla verità. Almeno bisogna rispettare questo diritto alla verità. In secondo luogo: se un soggetto identificato è nel frattempo deceduto, i suoi familiari ancora in vita hanno tutti gli strumenti e tutti i mezzi per dire quello che vogliono e per difendere costui. Se un soggetto identificato è ancora vivo, lui stesso ha tutti gli strumenti e tutti i mezzi per dire tutto ciò che vuole e per difendersi. Tanto più nella società di oggi: dove chi si trova al centro di notizie giudiziarie, o chi per lui, preferisce parlare più attraverso i mass media che in luoghi deputati a rilasciare dichiarazioni nel merito. Detto questo, io vorrei ricordare una cosa a Valmont: a uno come lui potrebbe sembrare probabilmente "scandaloso" quanto sto per dire ma è proprio così. Cioè "Guarda, Valmont, che la persona - viva o morta - identificata attraverso la prova scientifica ha ben poco o nulla da difendersi o lascia ai suoi ancora in vita ben poco o nulla per poterlo difendere". Non ci scordiamo, infatti, di che tipo di prova scientifica stiamo parlando: stiamo parlando del DNA (di questa persona) presente attraverso macchie di sangue a loro volta presenti su un asciugamano ritrovato sulla scena del triplice delitto. E' una situazione identica alla svolta che determinò la soluzione del delitto dell'Olgiata: caso per il quale il detentore di quel DNA, Manuel Winston, ha pure ammesso la propria colpevolezza in quanto la prova scientifica lo aveva incastrato in maniera definitiva. Quindi tutta questa benevolenza di Valmont per chi non si potrà difendere o per chi non potrà essere difeso dai suoi, dinanzi ad una prova scientifica così inequivocabile, non la capisco. Mi sembra anzi una benevolenza un pò irritante, che personalmente mi dà fastidio. Gli stati emotivi di comprensione e di "tenerezza" fateveli venire per le vittime di questa strage e per tutto il dolore arrecato ai familiari delle vittime di questa strage. Il detentore di questo DNA è l'assassino di via Caravaggio. E non merita nessun sentimento di comprensione e di benevolenza. E se qualcuno si è scordato che belva crudele fu questo assassino, si vada a vedere le fotografie scattate sulla scena della strage in quell'appartamento.
RispondiElimina*P.s.: è naturale, gentili lettori, che a me piacerebbe rispondere ancor più direttamente a Valmont e ad altri utenti "ostili" a queste novità, quindi all'interno del forum intitolato al caso del Mostro di Firenze. Ma purtroppo mi è impossibile farlo perchè la mia e-mail sarebbe respinta al momento di chiedere l'iscrizione e interloquire con loro lì. Dovete difatti sapere che mi è stata, un pò di tempo fa, preclusa la possibilità di continuare a intervenire lì (io già vi ero iscritto) perchè le mie analisi sul delitto di Simonetta Cesaroni (analisi basate su conoscenze documentali: atti investigativi e giudiziari) non piacevano a certi innocentisti del caso-via Poma che erano la maggioranza in quel forum e che avevano dalla loro gli amministratori dello stesso forum. Ecco perchè sono costretto a rispondere "a distanza". Scusatemi per questa parentesi ma era necessaria: anche per farvi capire dove arriva la nostra "democrazia". Si prova insofferenza per chi ha pareri diversi su un processo (e pareri che si basano su conoscenze documentali) e per tale motivo gli si impedisce per sempre di continuare a stare in un luogo virtuale di discussione-confronto e a dire la sua.
EliminaEsatto Daniele, concordo con te, basta con questo buonismo... Le vittime non sono gli assassini e nel caso di via Caravaggio l'assassino di certo non si può lamentare poichè non ha pagato per questo triplice delitto.
RispondiEliminaLe vittime sono quei coniugi sgozzati nella vasca, quella ragazza di 19 anni accoltellata e mummificata sul letto e quel povero cagnolino soffocato e buttato nella vasca insieme ai padroni, non il mostro che ha commesso tutto questo.
La Procura di Napoli ha il dovere di rendere noto il nome, dovere civico di verità se non giustizia per questa famiglia trucidata in modo atroce.
Una volta che questo nome sarà noto a tutti dalla fonte ufficiale, chi si sentirà eventualmente parte lesa potrà prendere i provvedimenti che ritiene opportuni.
E comunque concordo con Daniele, una prova schiacciante come quella del DNA (oltretutto su un asciugamano sequestrato e repertato la sera del ritrovamento dei corpi a pochi metri dalla vasca dell'orrore) lascia ben poco spazio a spiegazioni alternative. Pertanto la mia pietà è solo e soltanto per le vittime, ossia la famiglia Santangelo (cane incluso) che oltretutto non hanno mai avuto giustizia.
Sembra che la Procura ha deciso di posticipare di 7 giorni le notizie da comunicare sulle analisi di Genetica forense terminate un anno fa. Come certamente ricordi, questa settimana dovevamo sapere qualcosa in proposito. Lo annunciò Il Mattino di Napoli il 15 aprile scorso. Bene: da quanto ho saputo, la Procura ha deciso di prendersi un'altra settimana.
EliminaDaniele, quello che volevo dirti per mail posso dirlo anche qui: innanzitutto complimenti per tutto, blog,indagini etc etc, aggiungo però, con la più totale sincerità, che non metterei la mano sul fuoco che tutto quello che dici sia vero ( mi riferisco al fatto che sostieni di conoscere il nome dell'assassino, ma non spetta a me giudicare dopotutto questo blog è tuo), però questo fatto di rivelare uno dei nomi esclusi dalla scientifica mi sa un po di reality tv non credi?
RispondiEliminaSei libero di non credermi ma io so chi è l'assassino. Se con voi lettori, in pubblico, mi esprimo in un certo modo pur conoscendo la verità (esempio: "Che sia vivo o morto nel frattempo") è perché non posso far sì che si capisca chi è il possessore del DNA. Questo, ovviamente, fino al giorno in cui la Procura parlerà. Deve farlo prima la Procura, poi io. Libero di pensarla come vuoi su quello che ho scritto stamattina ma io non l'ho inteso affatto come una trovata da Reality. E non l'ho fatto di certo per buonismo verso Annunziato Palmiro Turro: soggetto estraneo a questo triplice delitto ma non di certo una persona perbene. E' o era (comunque) un fuorilegge. L'ho fatto perché finchè restava aperta (e non chiusa) la pista-Turro la povera famiglia Santangelo continuava a restare nell'immaginazione di qualcuno come persone che potevano essere state capaci di affrontare un delinquente come Turro e magari ricattarlo. No, niente di tutto questo: erano persone a posto, perbene, oneste, che solo per una tragica casualità e per una disgrazia si erano trovate ad affittare un casolare di campagna ad un brutto ceffo. Ma non c'era stato niente altro: il Turro ad un certo punto è sparito per sempre e loro hanno continuato a fare la vita a posto di sempre. In particolare, mi piace ricordare che Domenico Santangelo veniva da una famiglia che era stata sempre al servizio della Legge: il patrigno era Questore, suo fratello ricopriva incarichi in Prefettura. Non so, quindi, se rendo bene l'idea di ciò che sto cercando di dire e di far capire. Quindi era obbligatorio ristabilire il buon nome e la rispettabilità di questa famiglia, a cominciare dal sign. Domenico Santangelo.
EliminaIo non voglio criticare che ben si sappia, sono stato solo sincero, non ci conosciamo e quindi i dubbi ci sono. Spero che quando e se si saprà ci dirai anche come hai fatto a sapere prima degli altri tu cittadino comune come sostieni di essere.
RispondiEliminaNon l'ho saputo prima degli altri. L'ho saputo per ultimo. Dopo che avrà parlato la Procura si potrà discutere di tutto.
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