martedì 8 maggio 2012

Intervista all'avvocato Lucio Migliarotti



Pubblico il testo di una intervista che mi ha recentemente rilasciato l'avvocato Lucio Migliarotti. L'avvocato Migliarotti svolgeva, 40 anni fa, l'incarico (da lui assunto nel 1965) di consulente legale per il Villaggio Lauro ed ebbe modo di conoscere Domenico Santangelo, dipendente del Villaggio Lauro tra l'inizio degli anni '60 e l'inizio degli anni '70.



-Buongiorno avvocato. La ringrazio per aver deciso di concedermi cortesemente questa intervista.

Grazie a lei.

-Avvocato, può spiegare di cosa si occupava esattamente Domenico Santangelo per conto del Villaggio Lauro?

Domenico Santangelo occupava un ufficio (nel quale vi erano anche due collaboratori, mi sembra di ricordare che si chiamassero Angelo e Carlo) che si trovava in un edificio sito tra via Terracina e via Giacomo Leopardi, a Napoli. E' nel quartiere di Fuorigrotta, nel cuore del rione Lauro. Questo ufficio gestiva l'amministrazione condominiale di 83 palazzine del rione Lauro. Quindi tra le varie attività che facevano capo ai compiti di Santangelo c'erano anche il rinnovo fitti e la segnalazione di morosità.

-Per quel che lei ricorda, come erano i rapporti tra il Santangelo e i suoi colleghi e datori di lavoro?

Non ho mai saputo di lamentele giunte nei confronti di Santangelo. Si limitava al suo lavoro e lo svolgeva in maniera ligia. In una occasione, ricordo che il Santangelo si candidò anche come consigliere comunale presentandosi con "Destra nazionale", il partito politico al quale aveva aderito l'armatore Achille Lauro. Non fu eletto però si prese lo stesso una bella soddisfazione: mi pare che raccolse 1.100 o 1.150 voti di preferenza nel solo rione Lauro. Anche noi fummo molto contenti di questa cosa e ci congratulammo felicemente con lui.

-Per come lo ha conosciuto, avvocato, cosa può dirci sulla persona di Domenico Santangelo?

Era una persona gentile e signorile. Un buon uomo. Veramente una brava persona. Una persona per bene. Non ho mai dubitato della sua onestà e correttezza e non ho mai avuto, neanche lontanamente, il sospetto o l'impressione che lui potesse essere una persona dalla doppia vita o che comunque potesse nascondere qualcosa di misterioso.

-Qualche volta, avvocato, sono state fatte delle vaghe ipotesi: c'è chi ha pensato (in passato) che ad esempio il Santangelo operasse dei prestiti in favore di qualcuno.

Personalmente lo escludo. Domenico Santangelo si accontentava della sua condizione finanziaria, lo vedevo come uno che viveva in maniera felice e per quel che mi risulta faceva una vita modesta. E non ritengo che maneggiasse grosse cifre di denaro con il suo lavoro: riscuoteva fitti che non arrivavano a più di 20.000 lire massimo dell'epoca. E non girarono mai voci su di lui che potessero riguardare tentativi di corruzione, accettati, nei suoi confronti (eventualità non infrequente per chi si occupa di attività di questo tipo). Quindi le lascio immaginare che persona era.

-Avvocato, si diceva che il Santangelo era un pò millantatore. Voleva dare a credere di essere più di quel che era. Lei, per come lo ha conosciuto, cosa può dirci al riguardo?

Escludo anche questo sinceramente. Era una persona signorile, che vestiva bene, aveva parentele importanti (il suo patrigno era vice questore, da quanto ricordo) ma non millantava nulla sul suo posto di lavoro. Certamente è inevitabile che chi si occupa di una attività come quella di amministratore di condominio si sente rivestito di un certo ruolo di responsabilità e quindi si può anche sentire importante sotto certi punti di vista. Ma il Santangelo non era tipo da millantare qualcosa, per come l'ho conosciuto io. Qualche volta noi del Villaggio Lauro lo chiamammo "dottore" (ad esempio quando ci congratulammo con lui per i voti di preferenza presi quando si candidò come consigliere comunale), anche se non aveva conseguito la laurea, ma in modo affettuoso, per amicizia.

-Avvocato, verso il 1972 (lei tra l'altro fu anche sentito negli uffici della Squadra Mobile di Napoli, il 2 dicembre 1975, su questo episodio specifico) il rapporto di lavoro tra Domenico Santangelo e il Villaggio Lauro si interruppe però. I funzionari della ragioneria della flotta Lauro rilevarono un ammanco di cassa e il genero dell'armatore Achille Lauro, il comandante Dufour, invitò Domenico Santangelo a chiarire la circostanza (evidentemente sospettava di lui). Dopo tale invito, il Santangelo presentò invece una lettera di dimissioni e andò via. Lei può chiarirci meglio questo episodio?

Sfortunatamente no. E non perchè i miei ricordi sono sbiaditi ma perchè non ho conosciuto nei dettagli questo episodio. Posso solo dirle che talvolta il Santangelo mi telefonava e mi portava a conoscenza di alcuni contrasti avuti con il Dufour, dicendomi di essere stato trattato male da lui e chiedendomi di intervenire per aggiustare la situazione. Per il resto, posso solo dirle che è un episodio che mi meraviglia perchè il Santangelo era una persona molto corretta e molto onesta e anzi mi contattava spesso per segnalarmi le morosità degli inquilini dei palazzi del rione Lauro. Tant'è vero che non mi sembra che emersero prove per poterlo accusare di questo ammanco di soldi. Può anche darsi che lui volle lasciare l'incarico dopo l'invito del comandante Dufour perchè si sentì offeso per essere stato raggiunto da un sospetto così grave.

-Lei ha avuto modo di conoscere anche i familiari di Domenico Santangelo?

Una volta lo vidi assieme ad una ragazzina che penso fosse la figlia, Angela. Angela all'epoca poteva avere 13, 14 anni. La riconobbi poi attraverso le foto sui giornali, quando uscì la notizia della strage.

-Dopo la fine del rapporto di lavoro tra il Santangelo e il Villaggio Lauro, lei ebbe ancora modo di sentire o di vedere il signor Domenico?

No.

-Come venne a conoscenza del tragico accaduto?

Una mattina stavo rientrando o uscendo da un palazzo e fui raggiunto da un mio amico che mi fece leggere un giornale con questa notizia della strage. Mi disse "Hai visto cosa è successo?". E una delle vittime era appunto Domenico Santangelo.

-Ne parlaste al Villaggio Lauro?

Si. Rimanemmo tutti sconvolti e molto dispiaciuti per Santangelo. Ricordo che tutti dicemmo "Povero Domenico, non se lo meritava. Non meritava una fine così".

-Lei che opinione ha su questa strage? pista-"affaristica" o pista-"privata"?

Non penso a motivi che possono avere a che fare con soldi, interessi finanziari ecc. . Escludo che Domenico Santangelo potesse essere rimasto coinvolto in storie oscure di soldi e affari. Penso ad una pista privata.

-Un'ultima domanda avvocato: a detta di un addetto ai lavori del caso (l'avv. Mario Zarrelli; n.d.r.) nell'appartamento del triplice delitto, furono rinvenuti, sul pavimento del salotto, alcuni frammenti di vetro provenienti da occhiali per la vista. Questo farebbe pensare che quei frammenti provenissero da occhiali per la vista, fissi, che portava l'assassino. Anche perchè gli occhiali di Domenico Santangelo furono ritrovati intatti. Che lei ricordi, il Santangelo portava occhiali per la vista fissi o no?

Faceva uso di occhiali per la vista ma non fissi. Gli occorrevano solo per leggere. Ricordo infatti che qualche volta gli mostrai dei documenti da sottoporre alla sua lettura e lui di proposito prese degli occhiali da vista e se li appoggiò sulla punta del naso per leggere quei documenti.

-Grazie avvocato.

Grazie a lei.

Daniele Spisso




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