-Professore, la ringrazio molto per aver deciso di concedermi questa intervista.
Grazie a lei.
-Professor Zangani, nel verbale dell'autopsia (divulgato pubblicamente dalla trasmissione tv "Telefono Giallo" nel 1988) risultano riportati i seguenti dati in merito all'analisi degli organi genitali di Angela Santangelo: "Utero di forma e volume normale; sulla vagina un tampone lievemente imbibito di sangue verosimilmente mestruale; nell'ovaio destro, la presenza di un corpo luteo emorragico". Li può confermare?
Si, assolutamente. Questi dati indicavano che la ragazza era in fase mestruale quando fu uccisa.
-Nel corso della trasmissione, però, il professor Bruno Pannaian (il medico legale che fu consulente della difesa dell'ex imputato Domenico Zarrelli e che fu presente in studio) dichiarò che era necessario effettuare anche altri accertamenti sugli organi genitali di Angela Santangelo: quelli cioè deputati a stabilire se la ragazza aveva abortito o meno. Questi esami, disse il professor Pannain, invece non furono fatti. Perché, professor Zangani?
Semplicemente perché io ed il mio collega Achille Canfora non trovammo nulla, nel corso dell'autopsia sulla ragazza, che ci fece pensare all'eventualità di un aborto o che fece nascere in noi tale sospetto. Nessun aumento di volume dell'utero e nessun frammento principalmente. Nulla, quindi, che potesse avallare l'ipotesi di un aborto.
-Professore, negli atti investigativi le due coltellate che l'assassino aveva inferto all'epigastrio di Angela Santangelo (e che interessarono anche il sottocute della ragazza) furono definite "un sondaggio eseguito da un individuo che era conoscitore dei fenomeni della vita e della morte" (relazione del 16/06/'77 del dottor Mariano Barrea, funzionario di polizia; n.d.r.). Questo che cosa vuol dire: che l'assassino poteva avere conoscenze in campo medico e che c'era un motivo particolare nell'aver dato queste due coltellate all'epigastrio della ragazza, visto che al padre e alla matrigna fu risparmiato questo sfregio?
No, vuol dire solamente che l'assassino lo fece per verificare se la ragazza era viva o morta. Ritengo che un gesto come questo è alla portata di tutti e non solo di chi ha conoscenze nel campo della medicina. Evidentemente il padre e la matrigna della ragazza non hanno subìto lo stesso trattamento perché, nel loro caso, l'assassino aveva già la certezza di averli uccisi.
-Professore, l'autopsia permise di stabilire con che tipo di corpo contundente e con che tipo di oggetto da punta e taglio furono colpite le tre vittime? è importante per cercare di capire se il triplice delitto fu premeditato
Sinceramente, dopo così tanti anni, non ricordo se io e Canfora riuscimmo a a farci una idea precisa sulla questione che lei ha poc'anzi evidenziato. Bisognerebbe consultare la nostra perizia del 1975. Stabilimmo comunque che si trattava di mezzi d'attacco che avevano fatto parte dell'abitazione dei Santangelo e che il corpo contundente era da identificare come un pesante sopramobile. Quindi si trattò sicuramente di un triplice delitto non premeditato. L'assassino non aveva portato con se qualcosa per aggredire e uccidere le vittime (nella puntata di "Telefono Giallo" dedicata al caso di via Caravaggio [23 dicembre 1988] c'è una conferma a quanto ha dichiarato in questa intervista il professor Pietro Zangani: in trasmissione, infatti, Zangani affermò che le vittime furono in primo momento aggredite con un corpo contundente che faceva parte dell'arredamento della loro abitazione. Più precisamente si trattò, disse il professore in quella trasmissione televisiva, o del basamento di una statuetta oppure del basamento di un fermacarte; n.d.r.).
-Angela Santangelo riportò una ecchimosi escoriata alla mano destra. Fu la conseguenza di un tentativo, da parte della ragazza, di difendersi dall'assassino durante l'aggressione che lei subì?
Si, è possibile. Non si può escludere che fu la conseguenza di un tentativo di difesa della ragazza.
-Professore lei ricorda d'aver escluso con certezza che i segni individuati su una mano dell'ex imputato Domenico Zarrelli furono prodotti da un morso del cagnolino Dick?
Si, assolutamente. Io ed i miei collaboratori analizzammo quei segni e lo escludemmo con certezza. Erano del tutto incompatibili con l'ipotesi fatta dagli inquirenti su Domenico Zarrelli e cioè che fossero stati prodotti da un morso del cane. Oltre tutto accertammo nel corso dell'autopsia che il cane fu soffocato con una coperta in maniera estremamente rapida e non ebbe la possibilità di difendersi, aggredendo l'assassino.
-Solo sulla base dei dati autoptici, fu difficile stabilire quanti giorni prima del ritrovamento dei Santangelo c'era stato il triplice delitto?
Si, fu difficile. Più i cadaveri vanno in decomposizione più diventa complicato risalire al periodo del decesso.
-Quindi possiamo dire, professore, che l'assassino fece ritardare la scoperta della strage non solo per guadagnare tempo ma anche per ostacolare i rilievi medico legali?
Senz'altro si.
-Lei conferma, professore, che l'assassino aveva riempito la vasca da bagno con 15-20 centimetri d'acqua fredda prima di depositarvi dentro il cagnolino Dick, Domenico Santangelo e Gemma Cenname?
Si, le confermo questo dato. Tant'è vero che in primo momento il cane non fu trovato perché era immerso sul fondo della vasca da bagno, sotto l'acqua. Gli inquirenti pensarono che l'assassino aveva ucciso solo i Santangelo e che aveva portato via dall'appartamento il yorkshire Dick. Poi, il 13 novembre (5 giorni dopo la scoperta della strage), cercando sotto i liquami presenti nella vasca, gli addetti ai lavori trovarono anche la povera bestiola.
-Professore, dai dati autoptici si evince che la prima delle tre vittime a morire è stata Angela Santangelo e che è impossibile stabilire l'ordine cronologico del decesso di Domenico Santangelo e di Gemma Cenname. Questo vuol dire che la dinamica del triplice delitto potrebbe essere anche diversa da quella ufficiale?
Non direi. Fu aggredito e ucciso prima Domenico Santangelo, poi fu la volta di Gemma Cenname, infine quella di Angela, la ragazza.
-Professore, sono ancora conservati i reperti del triplice delitto?
Sicuramente. Ricordo di averne fatto portare via alcuni che provenivano dallo studio di Domenico Santangelo. Per poterlo sapere con precisione, bisognerebbe comunque fare ricerche presso l'archivio del Tribunale o della Procura di Napoli. Perché dopo tanti anni non posso ricordarlo con esattezza.
-Professore, secondo lei sarà possibile risolvere finalmente questo caso ricorrendo oggi alle nuove tecniche d'investigazione e alle nuove analisi sul DNA?
Francamente sono pessimista su questo punto. Sono passati tanti anni. Comunque un tentativo si può sempre fare.
-Grazie professore.
Grazie a lei e buona fortuna.
Nuovamente grazie professor Zangani. Molto gentile.
Le pare.