giovedì 8 settembre 2011

I luoghi della vicenda (ieri ed oggi)


             Ieri-Dopo l'edificio in primo piano si può notare il lato sinistro del palazzo di   via Caravaggio nel quale si consumò la strage dei Santangelo

Ieri-Il lato sinistro del palazzo di via Caravaggio 78 nel quale si consumò la strage dei Santangelo

Ieri-Dopo i tre alberi sullo sfondo, il palazzo di via Caravaggio 78 nel quale si consumò la strage dei Santangelo

Ieri-I balconi del lato anteriore del palazzo di via Caravaggio 78 nel quale si consumò la strage dei Santangelo

Ieri-Il secondo balcone in alto, a sinistra (lato anteriore del palazzo di via Caravaggio 78), è quello che corrispondeva all'appartamento dei Santangelo, nel quale si consumò la strage

Oggi-Il palazzo di via Caravaggio 78, nel quale si consumò la strage dei Santangelo. L'appartamento (interno 21) era al quarto piano (quarto balcone sulla sinistra). Sulla strada, dava la finestra della camera personale di Angela (la sera dell'8 novembre 1975, i vigili del fuoco adoperarono una scala mobile per raggiungere quella finestra ed entrare nell'appartamento). Da chi abita lì intorno, e conosce bene la vicenda, il condominio è definito, ancora oggi, come "Il palazzo dei morti"

Oggi-Il portone d'ingresso del palazzo della strage (degli inquilini del 1975 è rimasta soltanto la signora Beatrice Putti, la figlia dei portieri che erano in servizio presso il condominio quando ci fu il triplice delitto, Ugo Putti e Flora Testa)

                              Oggi-Quello che nel 1975 era il balcone dei Santangelo (l'appartamento dei Santangelo, costituito all'epoca da due abitazioni che erano stati unite, oggi è tornato ad essere diviso in due interni separati. Uno dei due [precisamente quello al quale corrisponde il balcone che si vede in foto] è occupato da altri inquilini; l'altro invece [completamente ristrutturato e il cui balcone affaccia sul retro del palazzo] è nella proprietà degli eredi di Domenico Santangelo. Gli eredi di Domenico Santangelo risiedono a Roma e tornano a Napoli ogni tanto. La metà appartamento di loro proprietà non è stata mai occupata da altri inquilini). La finestra più grande, subito prima del balcone, è quella dalla quale si affacciò l'assassino la notte della strage, imbrattando il davanzale con le mani macchiate di sangue.

Oggi-Il cancello che si nota in primo piano era la porta d'ingresso del locale Il Rifugio, negli anni '70 luogo di ritrovo di alcuni giovani della Napoli bene. Il locale era all'inizio una abitazione privata. Poi fu parzialmente adibita a pub dai suoi occupanti. A destra c'è il portone d'ingresso del palazzo di via Caravaggio 78. Il quarto balcone a sinistra, partendo dal basso, era quello di casa Santangelo. Il Rifugio chiudeva sul tardi. Forse per questo motivo l'assassino attese le 5 del mattino prima di andare via.

Oggi-La finestra della camera da letto matrimoniale dei Santangelo, "teatro" dell'assassinio della giovane Angela

Oggi-Come si nota, la finestra dalla quale si affacciò l'assassino con le mani macchiate di sangue dava su via Caravaggio e su una parte del lato esterno del locale Il Rifugio



                                 
Oggi-Viale di Augusto 5/7 (Napoli): l'agenzia 18 del Banco di Napoli presso la quale Gemma Cenname si recò assieme ad un suo parente e amico (il generale medico Bruno De Lillo), nel mese di luglio del 1975, per aprire un conto corrente e affittare una cassetta di sicurezza dentro la quale depositare titoli e gioielli. Presso l'agenzia la Cenname avrebbe in seguito voluto depositare anche l'argenteria e la biancheria di maggior valore


Oggi-La palazzina di via Mario Fiore 49 (Napoli) nella quale Gemma Cenname aveva, al terzo piano, uno studio-abitazione, poi diventato solo studio da ostetrica quando (nell'ottobre 1974) andò a vivere con Domenico Santangelo e con la figlia di lui, Angela, in via Caravaggio 78. Lo studio non era molto frequentato e negli ultimi tempi Gemma Cenname vi si recava raramente. La sera dell'8 novembre 1975, il nipote della donna, l'avvocato Mario Zarrelli (avvisato dalla clinica "Villa del Pino" dell'assenza prolungata dal posto di lavoro della signora Cenname e della mancanza di notizie presso casa Santangelo), si recò in questa palazzina con la moglie, Elisa Testa, e con una sua cugina, Fausta Cenname, dopo essere stato già in via Caravaggio (constatando di persona l'effettivo ed inspiegabile silenzio di un appartamento muto da 9 giorni) prima di andare a denunciare la scomparsa dei Santangelo in Questura. L'avvocato si recò in via Fiore perchè voleva vedere (dopo essersi consultato con i parenti di Domenico Santangelo) se era possibile trovarvi all'interno un doppione delle chiavi dell'appartamento di via Caravaggio (per evitare di dover buttare giù la porta d'ingresso) e poi perchè (su iniziativa e consiglio di sua cugina Fausta) doveva prendere in custodia alcuni documenti che riguardavano la vita privata della zia (trascorsi passionali della donna), per tutelarne la privacy nell'eventualità che le fosse successo qualcosa. L'avvocato Mario Zarrelli entrò nello studio-abitazione di sua zia Gemma adoperando una copia di chiavi dell'appartamento di via Fiore posseduta da sua madre, Evelina Cenname, sorella di Gemma

Oggi-La sede dell'ex clinica "Villa del Pino", al corso Vittorio Emanuele 494 (Napoli), presso la quale Gemma Cenname esercitava la sua professione di ostetrica

Oggi-Via Saverio Baldacchini (Napoli): la strada lungo la quale Domenico Santangelo lasciò in sosta, il 30 ottobre 1975 mattina, la sua Lancia Fulvia berlina amaranto. La vettura era in avaria. L'auto fu trovata il 10 novembre 1975 da una pattuglia della polizia
 
 La porta dell'ascensore: pianerottolo del 4° piano di via Caravaggio 78
 
Le due porte dell'appartamento di casa Santangelo (4° piano - via Caravaggio 78): casa Santangelo era costituita da due appartamenti unificati. La porta situata frontalmente rispetto a chi osserva la foto era quella di servizio: immetteva sul lungo corridoio centrale che attraversava la camera personale di Angela, il tinello, il bagno di servizio, la camera da letto matrimoniale
 
La porta di destra di casa Santangelo (4° piano - via Caravaggio 78): questa era la porta dell'ingresso principale. Oltrepassandola ci si immetteva in un'anticamera. Dopo l'anticamera si accedeva allo studio di Domenico Santangelo. Fu al campanello (posto più a destra, sul muro) di questa porta che suonò l'assassino la sera del 30 ottobre 1975 verso le ore 23:30. Ad aprirgli fu Domenico Santangelo. Chiusa questa porta, l'assassino e Domenico Santangelo superarono l'anticamera ed entrarono nello studio
 
 



26 commenti:

  1. Sarà che io sono impressionabile, ma non so come fanno gli inquilini attuali ad abitare nelle stesse stanze dove avvenne quella strage....

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    1. Abitavo in quel palazzo ai tempi della strage e ci ho abitato x 30 anni successivamente.
      Ci abitano molte persone che c erano all epoca ,non solo i lutti.

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  2. L'inquilino che c'è adesso occupa una piccola parte dell'appartamento dei Santangelo, e precisamente la parte che non fu interessata dalle azioni più cruente. L'altra metà appartamento, interessata quella notte dalle azioni più feroci, è di proprietà dei nipoti di Domenico Santangelo e non vi è nessun inquilino dentro. Vi entrano dentro solo gli eredi di Santangelo, quando capita (una, massimo due volte l'anno) che scendono a Napoli. Entrambi gli immobili sono stati tuttavia ristrutturati.

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  3. Ah, ecco. Quindi l'inquilino occupa, approssimativamente, la parte iniziale del corridoio, con la stanza di Angela e quella stanza in cui c'è il terrazzo affacciato sulla strada.

    Però non ho ben capito dov'è situato il salone del '75. La piantina pubblicata sui giornali del '75 è inesatta. Dovrò ricostruirla con le immagini di Blu Notte...

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  4. Quella che nelle foto viene indicata come la "finestra del soggiorno col davanzale macchiato di sangue", a me sembra piuttosto che sia una finestra in corrispondenza della camera matrimoniale...

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  5. Si, dovrebbe essere la finestra che affaccia sulla parete laterale sinistra del palazzo, quella che "guarda" verso Fuorigrotta. Confermo la deduzione alla quale sei arrivato con il primo post di ieri. Infatti ho potuto dare un'occhiata alal metà appartamento oggi occupata da un nuovo inquilino. L'inquilino ha preso per se pochi metri quadri. E naturalmente i locali interni sono tutti irriconoscibili da allora.

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  6. Quindi la finestra con i panni stesi (le foto di oggi) corrisponde alla camera matrimoniale del '75 (dove fu uccisa Angela). Ma l'assassino si è affacciato da quella finestra, o da un'altra che i media chiamano "soggiorno"? Ma il soggiorno dovrebbe essere sul retro del palazzo, come tu mi hai confermato..
    Insomma, mi sto impigliando: la mia domanda è: l'assassino si affacciò dalla stessa camera in cui uccise Angela? O da un'altra?

    Un'altra cosa interessante è che la macchina fu lasciata da Domenico in persona in quella strada, per avaria alla batteria. Ma perchè nella puntata di Blu Notte questo particolare non viene spiegato? Fanno credere che la macchina sia lì misteriosamente, non spiegano che è assodato e provato che Domenico l'aveva lasciata lì dopo una commissione in città. E' perlomeno superficiale che quelli della trasmissione, 24 anni dopo, non chiariscano per bene le cose...

    Inoltre, in Blu notte si vede una Fulvia Coupé, mentre in realtà si trattava di una Fulvia Berlina, tutt'altra macchina anche esteriormente.

    Posso chiederti una copia di "Telefono Giallo"? La cerco da anni, ma non la trovo mai..

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  7. I Santangelo avevano, lungo il corridoio centrale, un piccolo soggiorno con una finestra, e questa stanza si trovava (provenendo dall'ingresso di casa) dopo la camera personale di Angela e prima della camera da letto matrimoniale (in mezzo alle due, dunque). E quindi c'era un soggiorno che non si affacciava sul retro del palazzo ma in posizione fronto-laterale (e non è un caso a mio avviso che l'assassino scelse quel lato lì per controllare la strada: di sotto c'era via Caravaggio con il suo transito di persone e di auto, c'era un locale-pub che si chiamava Il Rifugio e che stava aperto fino ad una certa ora, si intravedeva parte del garage condominiale). Blu Notte infatti ha sbagliato sia a mettere solo come ipotesi il fatto che Domenico Santangelo lasciò al centro di Napoli l'auto in sosta (è una certezza, perchè provata attraverso le testimonianze di Federico Corrado e di Ugo Putti e attraverso la presenza delle chiavi dell'auto nella casa del delitto e attraverso l'assenza di tracce compatibili con il delitto dentro e fuori l'auto) e ha sbagliato a mostrare la Coupè anzichè la Berlina (forse non avevano una Berlina disponibile per la ripresa). Posso fartene una copia. Ti faccio sapere non appena pronta.

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  8. Ti ringrazio molto. Quella puntata di "Telefono giallo" sembra molto ben documentata, da quel che si può leggere dal tuo ultra-approfondito blog-inchiesta. Io sono di Ischia, magari potremmo anche vederci di persona per la copia, senza che tu la invii per posta. A presto.

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  9. Perchè no? puoi scrivermi a s.spisso@libero.it e così ci incontriamo di persona in città, a Napoli.

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  10. Scusa Tenebre...potre avere anche io quella puntata che non si trova neanche su Youtube?
    Grazie

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  11. Va bene. Vedo se è possibile copiarla su un altro dvd. Intanto mandami il tuo recapito per posta elettronica.

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  12. Scusa Tenebre, posso farti un paio di domande?
    Tu hai mai avuto modo di entrare in quell'appartamento? Conosci i nuovi inquilini? Se si, cosa pensano del fatto di essere li sapendo (perchè non credo che non lo sappiano) della strage?
    Scusami se ti faccio queste domande che sembrano più da un giornalino di gossip piuttosto che un discorso costruttivo, visto la mole di impegno che hai dedicato a questo blog e ti giuro che non vuole essere un banalizzare il tuo lavoro, davvero degno di nota.
    Ma, fondamentalmente, nel vedere queste foto (io non sono di Napoli e quindi non ho mai avuto l'occasione di passarci davanti) ha preso il sopravvento la parte emotiva e ti confesso che un po' mi sono venuti i brividi e concordo con sundance: io non avrei mai avuto il coraggio di andare a vivere (in affitto, deduco) in un appartamento dove si è consumata una simile strage. Ho letto la tua risposta in cui spieghi con puntualità e precisione che l'appartamento è stato completamente ristrutturato e diviso in 2, ma io ribadisco, non ce la farei!!
    Concludo con una domanda impertinente e un po' provocatoria: E il bagno, di quale appartamento fa parte?
    Tenebre, io non ce la farei. Forse non ce la farei neanche a comprare la casa dei Simonetti, starei tutto il tempo a fissare il soffitto.

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  13. La porzione di appartamento che io ho potuto vedere è quella che secondo me comprende quelle parti della (fu) casa Santangelo meno interessate dalle azioni cruente del triplice delitto. E cioè l'ingresso effettivo, parte del corridoio centrale, la camera da letto personale di Angela (non quella matrimoniale, in cui la ragazza fu uccisa). Vi ho potuto dare un'occhiata verso l'interno restando sull'uscio perché la persona che adesso occupa questo appartamento insieme alla moglie, per una questione di comprensibile riservatezza, ha preferito farmela vedere in questo modo. E' una casa adesso molto piccola, completamente irriconoscibile a mio giudizio, frazionate in piccole stanze. La parte dell'ex casa Santangelo che io non ho potuto vedere è quella che secondo me comprende le parti in cui si svolsero le azioni più cruente. E cioè: lo studio, la cucina, la camera da letto matrimoniale, il bagno padronale. A quest'altra parte della casa non ho potuto accedere né dare un'occhiata verso l'interno perché al momento di questa mia visita in via Caravaggio, accompagnato dal portiere condominiale, gli inquilini non c'erano. Questi inquilini (che non c'erano) sono i nipoti di Domenico Santangelo (che vivono fuori Napoli e che solo ogni tanto tornano in città). Una parte dell'ex casa Santangelo è rimasta infatti nella loro disponibilità. Casa Santangelo infatti era formata da due appartamenti che erano stati fatti unire. E quindi c'erano due ingressi: uno principale, l'altro (porta a fianco - sulla destra) di servizio. Adesso sono tornate ad essere due case distinte e separate. Una di queste l'hanno mantenuta di proprietà i nipoti di Domenico Santangelo. Io sono tornato anche altre volte in via Caravaggio e non ti nascondo che ho sentito il bisogno di tornare a quel quarto piano. Non certamente per senso macabro. Assolutamente. Ma perché questa storia mi ha colpito molto emotivamente, perché tutto quello che ho potuto fare tra il 2011 ed il 2012 l'ho fatto esclusivamente per quelle tre povere vittime e per la giustizia, perché ho bisogno di ricordare che questa è stata una strage impunita e ho bisogno di sentire fisicamente la presenza viva di quel posto. Perché è con questi sentimenti, è con queste emozioni che trovo la rabbia e la voglia di non smettere di chiedere, da cittadino, giustizia. Per Domenico, Gemma, Angela e Dick.

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  14. Infatti non avevo dubbi che la tua visita in via Caravaggio non fosse assolutamente "turismo dell'horror" come ad esempio lo fu la villa dei Misseri (che squallore, Tenebre!!!).
    Se riesci a rintracciare i nipoti di Santangelo, che immagino siano i figli del fratello, quello che fu intervistato in Telefono Giallo, magari possono farti entrare loro nell'altro appartamento. Quindi loro hanno l'interno 22?
    Ma scusa, se non ricordo male dalla piantina in possesso di Blu Notte, lo studio dove fu colpito ed ucciso Domenico Santangelo si trovava subito dopo l'entrata, quindi ora è situato nel mini appartamento dei nuovi inquilini, giusto?
    Non ci sto capendo niente, quell'appartamento (nel 1975, intendo) era un vero labirinto. Quindi ai nuovi inquilini è andato il (fu) bagno di servizio, quello con la doccia.
    I nuovi inquilini li posso capire, Tenebre. Tu giustamente ci sei andato per "dovere di cronaca", in nome di tutto il lavoro che stai facendo per dare giustizia a questa famiglia che credo nemmeno conoscevi, ma immagino quanti curiosi esaltati stile villa Misseri avranno citofonato, nel corso degli anni, a quell'interno 21 di via Caravaggio, importunando una famiglia che giutamente, reclama la propria privacy.

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  15. Si, era una casa molto grande nel '75 perché era costituita da due appartamenti uniti. Penso che lo studio vero e proprio (o quello che era lo studio) adesso si trova nell'altro appartamento, quello rimasto ai Santangelo. Se vai a rivedere le foto del sopralluogo, noterai che lo studio aveva un balcone. Quel balcone affacciava sul lato posteriore del palazzo. E quindi, sicuramente, adesso fa parte della casa passata agli eredi Santangelo. Io avevo fatto di più, Maria: avevo contattato l'attuale amministratore di condominio di via Caravaggio 78 e gli avevo chiesto di procurarmi un contatto con i nipoti di Domenico Santangelo. Per sapere se erano interessati a conoscere le novità in corso. Dopo tutto fu ucciso il loro zio. L'amministratore mi fece questa cortesia ma i Santangelo gli fecero sapere che non ne vogliono più sapere di questa storia. E quando ciò mi è stato comunicato ho capito che, per delicatezza e per correttezza, è meglio non insistere né presentarmi lì di persona cercando di parlarci. Oltre tutto non avrei saputo neanche quando potermi recare da loro (se fosse stato possibile) perché i nipoti di Domenico Santangelo vivono fuori Napoli e tornano in città quando capita e ogni tanto. Quindi non puoi sapere, prima, quando li riuscirai a trovare in casa in via Caravaggio.

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  16. In fondo al paragrafo, potete trovare tre nuove foto.

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  17. ho creato l'appartamento in 3d, con google sketchUp, credo abbia bisogno di correzioni, chi volesse aiutarmi a finalizzarla, può contattarmi.

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  18. Una storia strana sono un medico-legale , all'epoca dei fatti ero al primo anno di medicina, durante la specializzazione Zangani era il direttore della scuola il dr Acampora un professore così come Italo Ormanni, ciò è uno dei motivi per il quale questa vicenda mi ha preso, ho letto il libro di Barnai dove scrive la sua verità a me pare plausibile perché quella strada è rimasta inesplorata, ciao Carmelo Romano

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  19. TENEBRE NON CI SONO NOVITA'?GRAZIE

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  20. Buonasera Galgian. Il caso è chiuso dal 2015. Non ci saranno più novità. Mi dispiace.

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  21. Il caso è ufficialmente chiuso...È stato un delitto perfetto,dalle indagini imperfette.
    Per sapere la verità si dovrà sperare o di un miracolo oppure,cosa più probabile,di una confessione da parte dell'autore di questa strage...Entrambe le cose penso siano utopiche speranze.

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  22. I delitti perfetti non esistono perchè sono compiuti dagli uomini i delitti e nessun uomo è perfetto. Esistono indagini sbagliate o superficiali. Esistono investigatori disattenti. Su questa vicenda gli inquirenti degli anni '70 hanno lavorato a parer mio abbastanza bene però sono stati penalizzati dalle limitate indagini scientifiche di 50 anni fa (che non consentivano di fare quasi niente rispetto a oggi). Degli errori comunque li hanno commessi anche loro. Alcune mosse sbagliate nella conduzione delle procedure d'indagine, alcuni autogoal nella ricostruzione del fatto.

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  23. Ho studiato per anni criminologia e dopo essermi riletto parte degli atti e della storia posso dire che questo è delitto quasi su commissione di stampo mafioso/camorristico. I Santangelo erano finiti in un gioco più grande di loro. E sono stati sterminati tutti quanti. E quanto fatto era l'unico modo e momento per farlo contemporaneamente e senza testimoni. L'assassino ha compiuto il tutto con estrema lucidità. Si era ben preparato per quanto ciò. Altro che Zarrelli nipote pazzo.

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  24. E' un triplice omicidio scarsamente organizzato, compiuto in condizioni di grande rischio, compiuto con armi improprie e occasionali trovate sul luogo del fatto, rumoroso, con dispendio di energie, con un andare e tornare nella stessa notte sul luogo del fatto. A parer mio è dunque da scartare, completamente, l'ipotesi di un delitto di mafia (Camorra). A parte il fatto che le vittime non avevano niente a che fare con la criminalità organizzata.

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