martedì 6 settembre 2011

Il sopralluogo tecnico-appunti

Questi i dati ricavati dal sopralluogo tecnico, eseguito nell'appartamento della strage la sera dell'8 novembre 1975. Presenti il sostituto Procuratore della Repubblica di Napoli di turno dottor Fausto Esposito; il professor Achille Canfora (dell'Istituto di Medicina legale di Napoli); gli addetti del Centro regionale di Polizia scientifica (tra i quali, l'Ispettore Nicolino Andreozzi); il dottor Franco Mincione, funzionario della sezione scientifica della Questura di Napoli; gli operatori dell'obitorio comunale di Napoli; il capo della Squadra Mobile di Napoli dott. Emanuele Lobefalo; il capo della sezione Omicidi della Squadra Mobile di Napoli dott. Mattia Iodice; il funzionario della Criminalpol Romano Argenio; i vicequestori Michele Lonardo, Perrini, Ciocia; gli agenti della sezione Antidroga della Questura di Napoli.

-Lo studio di Domenico Santangelo (situato vicino alla porta d'ingresso dell'appartamento; il luogo dove lui fu aggredito e ucciso e dove fu soffocato il cagnolino Dick): ai "piedi" della scrivania (lato posteriore della scrivania), sul pavimento, una macchina da scrivere coperta da un apposito involucro e lontana dal posto in cui era abitualmente riposta. Sulla scrivania un bicchiere con fondo di liquore essiccato e un orologio elettrico con l'ora indicata dal numero 5 e con i minuti da una cifra superiore a 12 ma inferiore a 20; su un mobile-radio, una bottiglia di whisky e una di brandy (sulle due bottiglie vi sono delle impronte digitali che risulteranno in seguito estranee a quelle delle tre vittime); sopra l'interruttore della luce un'impronta di mano guantata, macchiata di sangue; sulle pareti e sul soffitto della stanza vi sono schizzi di sangue; alcuni schizzi di sangue sono presenti sulla parete che è dietro e in prossimità allo schienale della sedia della scrivania (la sedia di Domenico Santangelo); fra il lato sinistro della scrivania e il mobile-radio, sul tappeto sottostante la scrivania c'è una grossa macchia di sangue e un cuscino macchiato di sangue; una striscia di sangue sottile va dal pavimento dello studio alla vasca da bagno, attraversando tutto il corridoio della casa, con una pausa (che fa allargare la macchia sottile) a metà del corridoio; dietro un quadro dello studio, una cassaforte chiusa, contenente gioielli preziosi della famiglia; mobili in ordine. Di lato alla scrivania, sul fondo della stanza, c'è una poltroncina (girata in posizione frontale verso l'ingresso della stanza), con sopra un ossicino di gomma per cani e una piccola coperta semi stesa su un lato. In un posacenere sulla scrivania vi sono due mozziconi di sigarette marca "Mercedes" e un mozzicone di sigarette marca "MS".
Rinvenuti nell'abitazione il fodero vuoto di un'arma da fuoco e rinvenuti dei bossoli. Manca dall'appartamento una pistola Browning Baby 6,35, di proprietà di Domenico Santangelo.

Nel corridoio, sul pavimento, sono visibili orme di scarpa da riporto, tacco largo 6 x 6 (numero 41-42). [A detta dell'avv. Mario Zarrelli: vicino al tappeto della stanza da pranzo, ci sono piccoli frammenti di vetro che provengono da occhiali per la vista danneggiati]. In un ripostiglio a muro c'è il contatore dell'energia elettrica, disattivato dall'assassino.

-La camera da letto di Angela Santangelo (situata vicino all'ingresso dell'appartamento): finestra chiusa e tapparella abbassata (prima dell'inizio del sopralluogo; n.d.r.); mobili e suppellettili in ordine; letto in ordine; rinvenute un'agenda e un diario (con pochi appunti) della ragazza; sul letto, la borsa aperta della ragazza, con il contenuto sparso intorno e dalla quale risulta mancare un diario. Il primo cassetto in alto della scrivania della ragazza è aperto.

-La cucina (situata in fondo al corridoio; il luogo dove Gemma Cenname fu aggredita e uccisa): tavolo apparecchiato per due persone (sopra il tavolo vi sono: frittata di maccheroni divisa a metà; piatto con residui d'insalata di pomodori; tre panini tipo rosette imbottiti di salame e formaggio; una scatoletta di tonno dimezzata; due bicchieri con residui di vino; un vassoio di frutta; un paio di forbici di media grandezza); sul bordo della tovaglia del tavolo è impressa l'impronta insanguinata della lama di un coltello (l'impronta è quella di una lama seghettata, con punta bifida); sul tavolo, il piatto corrispondente alla postazione di Gemma Cenname è rovesciato al contrario; sul pavimento, due pettini; una pantofola della Cenname; una borsa in gomma per l'acqua calda; sul pavimento, numerose orme di scarpa, una delle quali completa di riporto lunga 29 centimetri ed altre di tacco larghe 7 centimetri (numero 41-42).
Dal pavimento parte una striscia di sangue ampia, spessa che scivola fino alla vasca da bagno.

-Il bagno padronale: nella vasca c'è, steso a faccia in giù, il cadavere di Gemma Cenname (vestita nel seguente modo: maglia senza maniche, collant scuro, pantalone nero, maglia di lana nera aperta, con maniche lunghe), sotto di lei c'è un plaid; il piede destro sporge sul bordo della vasca; trovata in prossimità della vasca una pantofola della Cenname. La Cenname porta al polso un orologio, fermo alle ore 9:55 del giorno 1 novembre. Sotto la signora Cenname e sotto il plaid c'è il cadavere di Domenico Santangelo (è a faccia in giù ed indossa esclusivamente un pantalone ed un paio di scarpe di cuoio con suola di gomma crèpe. In una tasca del pantalone ha delle chiavi. E' a torso nudo. Al polso indossa un orologio di marca Bulova, fermo alle ore 7:20): ha la nuca sotto le gambe della moglie e i piedi sotto il viso della Cenname; la scarpa destra sporge su un lato della vasca, accanto al viso di Gemma Cenname. Sotto il cadavere del Santangelo, sul fondo della vasca, c'è (avvolta in una coperta) la carogna (qualche pelo, alcuni ossicini, parte di un polmone e gli intestini) del cagnolino dei Santangelo, Dick (trovata dalla polizia scientifica solo il 13 novembre '75 mattina). La vasca da bagno è stata riempita con 15-20 centimetri d'acqua fredda. Sotto i due cadaveri vengono rinvenuti dei vermi che hanno intasato lo scarico della vasca. Ai piedi della vasca da bagno convergono le due striscie di sangue provenienti dal trascinamento dei due cadaveri: quella sottile, per il Santangelo, e quella spessa, per la Cenname (trascinata con un plaid). Sul bordo e sulle mattonelle della vasca da bagno vi sono macchie da imbrattamento ematico. I due cadaveri sono in avanzata putrefazione e sono attaccati da larve di mosca. Nel lavandino viene trovato un moscone morto (altre mosche hanno infestato la stanza).

In un angolo dell'antibagno, dietro una sedia, ci sono sul pavimento due guanti di gomma da cucina (di quelli per lavare le stoviglie), rovesciati. Presentano tracce di sangue.

-La camera da letto dei Santangelo (situata in fondo al corridoio, vicino al bagno e alla cucina. La stanza nella quale fu aggredita e uccisa Angela Santangelo): grande pozza di sangue ai piedi del letto, coperta da una vestaglia celeste, e sotto la porta della stanza; sul pavimento, l'impronta di una scarpa, tacco largo 7 centimetri (numero 41-42); sulla cornice della finestra, macchie di sangue da strisciatura; sotto un comò, l'orologio da polso di Angela Santangelo, fermo alle ore 1,45 del giorno 2 novembre; un orologio elettrico fermo alle ore 5; sul pavimento ciocche di capelli di Angela Santangelo; sul letto, sistemato di traverso e avvolto dentro lenzuola e coperte, c'è il cadavere di Angela (la ragazza indossa una camicetta a fantasia e il pantalone di un pigiama, color beige); in zona genitale, sulla vagina della ragazza, poggia un assorbente igienico con tracce ematiche (un tampone lievemente imbibito di sangue. Sangue verosimilmente mestruale).

Nella zona-pranzo/zona-salotto, vi sono tracce di sangue lungo la parete; sulla tenda, in prossimità della finestra; sul davanzale della stessa finestra, sia all'interno che all'esterno, dove la traccia sanguigna cola per qualche tratto e appare frammista ad elementi piliferi (provenienti probabilmente dalla carogna del cagnolino Dick) e fibre tessili (provenienti dal plaid adoperato dall'assassino per trascinare il corpo di Gemma Cenname dalla cucina al bagno); sul pavimento, due mozziconi di sigarette senza filtro marca "Gitanes". Trovato nell'appartamento anche un asciugamano macchiato di sangue.

Il giorno successivo (9 novembre 1975) il Sostituto Procuratore della Repubblica di Napoli incaricato, dottor Italo Ormanni, nota, durante un suo personale sopralluogo, sotto il davanzale della stessa finestra della zona-pranzo/zona-salotto, un'altra sigaretta parzialmente fumata, "Gitanes" senza filtro. Trovato sul pavimento anche un fiammifero di marca Minerva con la "testa" bruciata.

Nell'appartamento sono ritrovate le chiavi di accensione delle tre auto appartenenti alle rispettive vittime. Manca una copia di chiavi dell'appartamento, utilizzata dall'assassino (quando è andato via) per chiudere la porta d'ingresso dell'abitazione, a doppia mandata.

Nell'appartamento non v'è traccia del corpo contundente adoperato dall'assassino per uccidere Angela Santangelo e per tramortire suo padre, Domenico, e la sua matrigna, Gemma e non v'è traccia del coltello adoperato dall'assassino per colpire Angela, Gemma e Domenico Santangelo. Nell'appartamento, un tanfo che non consente di respirare.

Daniele Spisso

7 commenti:

  1. Scusa Tenebre mi viene un dubbio. Nella zona pranzo/salotto sono state rinvenute tracce ematiche lungo le pareti, sulle tende, in prossimità della finestra e sul davanzale.
    Sappiamo che l'assassino si affacciò dalla finestra quella notte, per questo le tende, il davanzale e la finestra stessa risultano macchiate.
    Ma le pareti? Come mai anche le pareti sono macchiate di sangue?
    Secondo la ricostruzione ufficiale l'assassino non lottò con le sue vittime. Esse infatti furono tramortite ed uccise in luoghi diversi: lo studio, la cucina e la camera matrimoniale.
    Si è capito come mai furono trovate macchie di sangue anche sulle pareti del soggiorno nonostante quella stanza non fu interessata dagli atti più cruenti degli omicidi.

    RispondiElimina
  2. Il punto che mi indichi, Maria, è tratto da una descrizione (della scena del delitto) fatta dalla Corte d'Assise d'Appello di Potenza nelle motivazioni della sentenza con la quale ha assolto con formula piena Domenico Zarrelli nel gennaio 1984. Quindi ho riportato ciò che testualmente è scritto nelle motivazioni della sentenza. Nello studio di Domenico Santangelo di sicuro furono trovati schizzi di sangue anche sulle pareti, in prossimità della sedia della scrivania. E' stato fotograficamente documentato nel programma Il Giallo e il Nero.

    RispondiElimina
  3. Ah no scusami Tenebre, non mi fraintendere.. So benissimo che questi che tu riporti sono documenti ufficiali. Il mio era solo un ragionamento per così dire a voce alta. Noi abbiamo purtroppo tutte le foto e dobbiamo ragionare con l'immaginazione e con le documentazioni che ci riporti tu.
    Io volevo dire questo. Sappiamo che Domenico Santangelo è stato tramortito e poi ucciso nel suo studio probabilmente con un coltello, giusto? A seguito di questi colpi di lama sono stati rinvenuti diversi schizzi di sangue nello studio perchè è noto che la gola è ricca di vasi sanguigni ed arterie e, recidendosi, hanno prodotto verie e proprie "fontane" di sangue.
    Ma nel soggiorno non sembrano esservi state aggressioni quindi la domanda che mi ponevo era come mai ci sono schizzi di sangue sulle pareti di una stanza che non è stata direttamente interessata ai momenti più cruenti degli omicidi? (A parte la finestra, è chiaro).
    Forse sfugge a me qualcosa, mi vado a rivedere comunque la puntata del Giallo eIl Nero appena ho un attimo.

    RispondiElimina
  4. Qualche eventuale imprecisione di descrizione (per quanto non dovrebbero essercene) può sempre capitare nelle motivazioni di una sentenza (un po' riassuntiva e approssimativa) d'Appello-bis.

    RispondiElimina
  5. Io penso che l'assassino che si e' macchiato di questo orrendo crimine e' a piede libero e non verra' mai preso.

    RispondiElimina
  6. a me sconvolge che con molta probabilità sia stato l'affittuario del casolare di campagna che non è stato ne interrogato (non aveva voglia di parlare quando gli fu chiesto (bha) ) e ne sono state confrontate le sue impronte con quelle lasciate sulla bottiglia. Nonostante un testimone dica che Angela era certa che la sua fine sarebbe arrivata di li a poco causa ''quell ingegnere'' . A me non pare normale come procedura.
    Monica

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La Polizia Scientifica, analizzando in laboratorio i reperti, ha trovato, su dei mozziconi di sigaretta presenti in alcuni posacenere di casa Santangelo, 4 profili ignoti. Tre di uomo e uno di donna. Che sono stati denominati, essendo senza identità, "Uomo2", "Uomo3", "Uomo4" e "Donna2". Nel 2013 la Polizia Scientifica ha chiesto alla Procura di Napoli di comparare questi 4 profili ignoti con i profili di 29 persone (tra uomini e donne / tra vivi e morti) inserite dalla Scientifica in una lista inviata alla Procura stessa. 29 persone ritenute d'interesse per il caso. Tra i 29 nomi c'era anche quello di Annunziato Palmiro Turro. Precisamente, lui è ritenuto presunto morto dal 1983, ovvero da quando se ne sono perse le tracce di lui. Però si poteva lo stesso procedere ad una comparazione, attraverso il DNA di sua madre. La Procura di Napoli ha risposto, a questa richiesta della Polizia Scientifica, due anni dopo, nel (giugno) 2015, e ha risposto di no. Dello stesso giudizio è stato il Giudice per le indagini preliminari, che lo scorso ottobre (2015) ha archiviato.

      Elimina